Thomas va di corsa

Il velocista scende dalla collina. In senso letterale perché Thomas Panesi approda alla Associazione Bocciofila Chiavarese ha già alle spalle un lungo percorso  – nonostante i soli 22 anni di età – che lo ha portato dalla natia Monleone sulla costa, per la precisione al Bocciodromo del Lido.

 

Thomas Panesi è quello che corre. E’ il “velocista” in uno sport dove la calma ed i movimenti ponderati sono la regola. Lui deve unire rapidità, agilità, resistenza alla fatica al polso fermo e all’occhio di falco. 5 minuti, 2 sostegni, 2 bocce, un campo di quasi 30 metri da percorrere su e giù senza mai fermarsi, senza perdere lucidità.

Thomas, nasci velocista? 

No, assolutamente no. Io fin da bambino ero un appassionato, ho iniziato presto a giocare nella Calvarese, ma pensavo che il mio destino fosse quello del bocciatore. Giocavo nelle categorie minori, ero arrivato in serie B quando un anno fa mi chiamò Antonello (Solari, il d.t. della ABC Ndr) e mi chiese se ma la sentivo di provare. Era una bella sfida, una sfida che però valeva la pena di provare”.

Un salto nel buio? 

“Beh, in un certo senso sì. Ho provato, mi è piaciuto, nelle prime prove ho capito che sarebbe stata dura ma che potevo migliorare. L’incoraggiamento della società è stato determinante. Alcuni mesi di duri allenamenti, poi l’esordio in serie A lo scorso autunno. Partire dalla vetta non è stato semplice: vorresti strafare, in singolo e in staffetta vedi che gli avversari vanno più rapidamente e sono più precisi, il segreto è sapere contenersi, capire che se acceleri o strafai, finisci male, molto male”.

Le tue medie?

“Nelle ultime partite 37-39 centri su 43-44 bocciate tentate. Ero partito da 30, poi 35, adesso punto a tenermi costante sul 38-39, sarebbe già un grande risultato considerato che posso allenarmi al bocciodromo solo una volta alla settimana, di solito il giovedì, e mi trovo ad affrontare gente che fa due-tre prove a settimana. Io certo di supplire con la preparazione fisica. Se il lavoro me lo consente faccio una seduta atletica ogni giorno”.

Ce la farai?

“E’ dura ma cerco di conciliare la mia attività con lo sport. E la società mi ha messo a disposizione un preparatore atletico che mi segue, mi dà tabelle, controlla i progressi. E’ chiaro che se non ci fosse la passione tutto sarebbe vano. E devo confessare che con il passare dei mesi la mia nuova specialità mi ha preso. E’ una sfida affascinante, devi essere sempre più veloce e sempre più preciso. Il gap con i migliori c’è, non lo nego, ma dentro di me penso di poter crescere, di avere margini di miglioramento importanti”. Guai se non fosse così a vent’anni. Vai Thomas, il tempo è dalla tua parte!

 

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